Focus

Elisabetta Tondini
I legami dell’Umbria con le economie esterne e la forza propulsiva dell’export

La propensione all’export
Il peso di quanto esportato sul reddito generato da un sistema territoriale offre una misura della capacità di penetrazione nei mercati globali da parte dei beni e dei servizi prodotti dalle imprese che in quel territorio operano.
Qual è dunque la capacità esportativa dell’Umbria? Il rapporto tra il fatturato esportato e il Pil prodotto nel 2022 ha raggiunto il 24%. Negli anni tale indicatore è aumentato, per una dinamica nominale dell’export, a partire dal 2010, nettamente superiore a quella del Pil.
Le imprese
Se la quota di export umbro sul totale nazionale pesa di meno rispetto agli altri indicatori di riferimento, in termini di operatori umbri che esportano la quota sul dato nazionale si aggira invece intorno all’1,3%, dunque risulta allineata ai valori medi che caratterizzano la regione, e una lettura congiunta dei due fenomeni lascia intuire una relativamente bassa fatturazione media per impresa con l’estero.
“Nel 2022 la capacità esportativa dell’Umbria ha raggiunto il 24%” |
Nel 2022 sono state contate in Umbria 2.502 imprese esportatrici, in lieve calo rispetto all’anno precedente ma in ripresa rispetto al crollo verificatosi nell’anno dello scoppio della pandemia.
Effetti economici di un incremento di spesa da domanda estera
Potenziare l’export è dunque importante. È importante non solo per i motivi prima accennati ma anche per l’elevato potere attivante che la domanda estera esercita sulla produzione di output e valore aggiunto interni a un territorio.
In Umbria, 1 miliardo di euro realizzato con le vendite all’estero riesce a produrre un incremento del 3,4% di output, un +2,7% di valore aggiunto e un +2,4% di Pil interni alla regione.
Dal 2021 al 2022 l’export umbro è passato da 4,7 a 5,8 miliardi di euro, per un incremento superiore a 1 miliardo di euro (+24%). Potenziare le vendite umbre all’estero è dunque possibile – compatibilmente con la capacità produttiva regionale – oltreché auspicabile, perché determinerebbe un ritorno economico locale di tutto rilievo. Da qui, l’importanza di puntare sull’export come elemento di impulso e sostegno all’economia umbra, ancora troppo dipendente dalla domanda interna (tradizionale punto di debolezza della regione). Non da ultimo, rafforzare il posizionamento sui mercati esteri implica un potenziamento della capacità produttiva, stimola l’introduzione di innovazione, aumenta la competitività delle imprese manifatturiere che, per l’Umbria, rappresentano ancora un imprescindibile motore di sviluppo.
Note
Il presente Focus è tratto dall’intervento dell’autrice all’evento “Le dinamiche del commercio internazionale”, tenutosi il 16 febbraio 2024 presso la sede di Sviluppumbria a Foligno.