Focus

  1. Home
  2. /
  3. Focus
  4. /
  5. Il mercato del lavoro...
Tondini
Elisabetta Tondini
Agenzia Umbria Ricerche
Focus AUR
© Tutti i diritti riservati

Il mercato del lavoro in Umbria: invecchiamento, protagonismo femminile e nodo della qualità

27 Mag 2025
Tempo di lettura: 5 minuti

Il mercato del lavoro in Umbria sta attraversando una trasformazione profonda, guidata da dinamiche demografiche e socioculturali importanti.

La forza lavoro sta invecchiando più rapidamente che nel resto d’Italia e questo processo, legato alla transizione demografica in atto, è alimentato da diversi fattori: la riduzione delle coorti più giovani dovuta al calo della natalità e al prolungamento dei percorsi formativi che ritarda l’ingresso nel mercato del lavoro; l’innalzamento dell’età pensionabile, che prolunga la permanenza dei lavoratori più anziani, soprattutto dei baby boomer; l’ingresso nel mercato del lavoro di donne precedentemente inattive, spesso madri che hanno concluso i compiti di cura familiare.

Una nuova composizione per età
Negli ultimi anni, l’occupazione cambia profondamente. Dal 2018 al 2024, il contributo degli over 50 è cresciuto in maniera significativa, salendo in Umbria dal 36,4% al 42,6% del totale degli occupati, con un aumento di 32 mila unità (un trend che supera di molto quello registrato in termini demografici).

Si riduce invece, sia come popolazione sia come occupati, in Umbria più che in Italia, il numero di persone dai 35 ai 49 anni, diminuito di 11.400 unità e passato dal 42,4% al 36,6% degli occupati.

Così, i lavoratori tra i 50 e i 64 anni diventano il gruppo più numeroso, rappresentando il 38% del totale.

L’unica fascia in controtendenza rispetto all’andamento demografico è quella dei 15-34 anni: pur diminuendo come popolazione, aumenta tra gli occupati (+3.600 unità). Tuttavia, il tasso di crescita, che resta più contenuto rispetto alla media nazionale, non riesce a mantenere stabile la propria incidenza sull’occupazione totale (che invece in Italia si rafforza).

In un periodo segnato da un incremento dello stock di lavoratori più positivo in Umbria che in Italia, il primato in termini di tasso di crescita negli ultimi 7 anni è stato quello degli ultra-sessantaquattrenni che, in Umbria, ha toccato il 70% (+25% in Italia), raggiungendo il 4,6% del totale con circa 7 mila unità aggiuntive.

Il quadro umbro si presenta quindi più sbilanciato rispetto alla media nazionale, con una presenza relativamente minore di giovani e maggiore di anziani.

L’ascesa del lavoro femminile, soprattutto tra giovani e over 64
In questo quadro, ci si accorge che le donne sono state le principali protagoniste di due dinamiche significative, ovvero la crescita dell’occupazione tra i più giovani e tra gli over 64. Nel primo caso, in controtendenza rispetto alla media nazionale e alle regioni del Nord, nel secondo caso in modo molto più marcato rispetto alle aree di riferimento.

Dal 2018 al 2024 le giovani lavoratrici umbre (15-34 anni) sono aumentate del 14,5% (+4.200 unità), mentre gli uomini hanno perso l’1,6%. Le donne over 64, cresciute in valore assoluto quasi come i colleghi uomini per circa 3 mila unità, hanno registrato un tasso di crescita del 72,5% (44,3% maschile).

Tra il 2018 e il 2024, i tassi di occupazione femminili in Umbria crescono a ritmi non osservabili altrove in tutte le fasce d’età. In particolare, le 25-34enni passano da un tasso del 54,6% al 68,6%. Nella fascia 50-89 anni, la regione raggiunge il tasso più alto anche rispetto al Nord (33,1%). Nel complesso, il tasso di occupazione femminile umbro tocca il 44,6%, distanziandosi di solo un punto rispetto al più elevato livello raggiunto nelle regioni settentrionali.

Ma quale lavoro?
Seppure a livello regionale non si disponga di informazioni di dettaglio che incrocino età, genere, tipo di contratto, è interessante sottolineare un dato: dal 2018 al 2024, in Italia, al Nord, al Centro il lavoro a tempo parziale è diminuito per entrambi i sessi. In Umbria, invece, è cresciuto: +5,9% tra gli uomini e +12,2% tra le donne. E, mentre altrove la quota di donne impiegate con contratto part-time mostra una flessione, in Umbria aumenta, fino a coinvolgerne quasi una su tre.

Questo fenomeno è accompagnato da altre due tendenze:
–  la sostenuta crescita (con il tasso più elevato) delle occupate umbre a tempo pieno;
–  la flessione del part-time involontario (dal 20,0% al 16,5%), segno che in taluni casi si tratta di una decisione personale per bilanciare tempi di vita e lavoro. Nonostante ciò, l’incidenza del part-time non desiderato rimane in Umbria particolarmente elevata.

In più, tra il 2018 e il 2024, l’andamento occupazionale nel lavoro dipendente ha mostrato a livello generale un rafforzamento della forma contrattuale a tempo indeterminato. Tuttavia, le donne umbre rappresentano un’eccezione, insieme a quelle del Centro Italia, rispetto a questo trend geografico: per loro, infatti, si registra un aumento significativo dell’incidenza dei contratti a termine, a fronte di una diminuzione relativa del lavoro a tempo determinato osservata sia tra gli uomini che tra le donne nelle aree di confronto. Nel 2024, quasi una lavoratrice dipendente su cinque in Umbria è occupata con un contratto a tempo determinato. Questo fenomeno riflette una crescita più marcata della componente contrattuale precaria rispetto a quella a tempo indeterminato per le donne umbre, in un contesto evolutivo comunque caratterizzato da una maggiore inclusività femminile nel mercato del lavoro regionale rispetto alle altre aree di riferimento.

In questo quadro, si osserva un’Umbria che continua a caratterizzarsi anche nel 2024 per la più alta percentuale di lavoratori con contratto a tempo determinato anche considerando la compagine maschile.

In definitiva, in un mercato del lavoro umbro condizionato dall’invecchiamento demografico, le donne segnano le traiettorie più dinamiche dell’occupazione, intervenendo a compensare carenze nella forza lavoro disponibile e a riempire spazi lasciati scoperti. La loro crescente partecipazione – che coinvolge particolarmente le giovani e le over 64, due fasce d’età storicamente sottoutilizzate – non si limita a un processo di inclusione o di recupero di marginalità, ma assume una funzione strutturale nell’equilibrio del mercato del lavoro locale, contribuendo in maniera decisiva alla tenuta complessiva del sistema. Tuttavia, questa crescente partecipazione avviene spesso in condizioni di fragilità contrattuale, tra part-time non sempre volontari e un ricorso ancora marcato ai contratti a termine.