Focus

Giuseppe Coco
L’Umbria e il calo demografico che dura da oltre un decennio

L’evoluzione demografica della popolazione umbra dal 2001 al 1° gennaio 2025 mostra due fasi distinte: una crescita costante fino al 2013, seguita da una contrazione persistente che si manifesta senza interruzioni significative, sebbene negli ultimi tre anni si sia osservato un rallentamento del tasso di decrescita, suggerendo una possibile fase di stabilizzazione del fenomeno.
Entrando più nel dettaglio dei dati, si osserva che tra il 2001 e il 2013 la popolazione dell’Umbria è aumentata da 824.187 a 892.742 abitanti, con incrementi particolarmente significativi in alcuni anni, come il 2004 e il 2008, quando i tassi di crescita hanno raggiunto rispettivamente il +13,1‰ e il +13,4‰.
L’analisi delle tendenze osservabili a partire dal 2014 evidenzia una contrazione significativa della popolazione residente, che è passata da 892.099 abitanti agli attuali 851.954, registrando una riduzione complessiva che supera le 40mila unità.
“Umbria: persi oltre 40mila residenti dal 2014 a oggi” |
Tale decremento demografico è assimilabile, in termini di ordine di grandezza, alla perdita di un centro urbano di dimensioni superiori a quelle di Città di Castello o Spoleto, con implicazioni rilevanti sia sul piano del tessuto socioeconomico regionale sia rispetto alla sostenibilità dei servizi pubblici locali.
Il declino ha raggiunto il suo picco nel 2022, con una riduzione della popolazione pari a -7,7‰, uno dei valori più elevati dell’ultimo ventennio.
La fase che va dal 2023 al 2025 mostra una progressiva, ma contenuta, flessione demografica. La popolazione residente in Umbria passa da 856.407 abitanti nel 2023 a 854.378 nel 2024, fino a 851.954 nel 2025, con una perdita complessiva di circa 4.450 persone nell’arco di due anni.
Questa dinamica riflette una tendenza ormai strutturale di leggero declino, dovuta a un saldo naturale negativo (più decessi che nascite), solo parzialmente compensato dai flussi migratori. Pur senza bruschi cali, il trend conferma una lenta erosione del bacino demografico, coerente con l’andamento degli anni precedenti, ma segnato da una lieve accelerazione del calo tra 2024 e 2025.
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La contrazione della popolazione e il progressivo indebolimento della struttura socioeconomica si inseriscono in un più ampio processo di trasformazione che coinvolge numerose aree interne italiane. Tale declino demografico solleva questioni di primaria rilevanza per le strategie di riequilibrio territoriale e le politiche di sviluppo, richiedendo interventi mirati e multidimensionali. Sebbene il fenomeno presenti elementi di inerzia strutturale, non può essere considerato irreversibile. L’adozione di un approccio integrato, che combini misure di sostegno alla natalità, politiche di conciliazione tra vita familiare e partecipazione femminile al mercato del lavoro, un rafforzamento dei sistemi di welfare e strategie efficaci di attrazione e stabilizzazione di flussi migratori qualificati, potrebbe rappresentare, nel medio-lungo periodo, un vettore determinante per la sostenibilità socioeconomica dei territori afflitti dal calo demografico.
Appendice
Nota: la prima versione del presente Focus è stata pubblicata il 6 marzo 2025. In quella occasione i dati del 2024 erano una stima.