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Giuseppe Coco
Agenzia Umbria Ricerche
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L’Umbria e il calo demografico che dura da oltre un decennio

6 Mar 2025
Tempo di lettura: 2 minuti

L’evoluzione demografica della popolazione umbra dal 2001 al 1° gennaio 2025* mostra due fasi distinte: una crescita costante fino al 2013, seguita da una contrazione persistente che si manifesta senza interruzioni significative, sebbene negli ultimi tre anni si sia osservato un rallentamento del tasso di decrescita, suggerendo una possibile fase di stabilizzazione del fenomeno.

Entrando più nel dettaglio dei dati, si osserva che tra il 2001 e il 2013 la popolazione dell’Umbria è aumentata da 824.187 a 892.742 abitanti, con incrementi particolarmente significativi in alcuni anni, come il 2004 e il 2008, quando i tassi di crescita hanno raggiunto rispettivamente il +13,1‰ e il +13,4‰.
L’analisi delle tendenze osservabili a partire dal 2014 evidenzia una contrazione significativa della popolazione residente, che è passata da 892.099 abitanti agli attuali 852mila* circa, registrando una riduzione complessiva che si aggira attorno alle 40mila unità.

“Umbria: persi circa 40mila residenti dal 2014 a oggi”

Tale decremento demografico è assimilabile, in termini di ordine di grandezza, alla perdita di un centro urbano di dimensioni superiori a quelle di Città di Castello o Spoleto, con implicazioni rilevanti sia sul piano del tessuto socioeconomico regionale sia rispetto alla sostenibilità dei servizi pubblici locali.
Il declino ha raggiunto il suo picco nel 2022, con una riduzione della popolazione pari a -7,7‰, uno dei valori più elevati dell’ultimo ventennio.
Dal 2023 al 2025, il tasso di declino ha subito un lieve rallentamento: nel 2023 il saldo si è attestato a -2,8‰, nel 2024 a -2,4‰ e la stima per il 2025 conferma questa tendenza, suggerendo una possibile fase di stabilizzazione, sebbene non vi siano ancora segnali concreti di una ripresa demografica.

“Umbria, nell’ultimo triennio rallenta il calo demografico, ma il futuro è incerto”

Per cui senza consistenti interventi strutturali volti ad incentivare la natalità e attrarre nuovi residenti, è probabile che la contrazione demografica prosegua nel lungo periodo.

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La contrazione della popolazione e il progressivo indebolimento della struttura socioeconomica si inseriscono in un più ampio processo di trasformazione che coinvolge numerose aree interne italiane. Tale declino demografico solleva questioni di primaria rilevanza per le strategie di riequilibrio territoriale e le politiche di sviluppo, richiedendo interventi mirati e multidimensionali. Sebbene il fenomeno presenti elementi di inerzia strutturale, non può essere considerato irreversibile. L’adozione di un approccio integrato, che combini misure di sostegno alla natalità, politiche di conciliazione tra vita familiare e partecipazione femminile al mercato del lavoro, un rafforzamento dei sistemi di welfare e strategie efficaci di attrazione e stabilizzazione di flussi migratori qualificati, potrebbe rappresentare, nel medio-lungo periodo, un vettore determinante per la sostenibilità socioeconomica dei territori afflitti dal calo demografico.

 

 

Nota: La stima della popolazione al 1° gennaio 2025 è ottenuta mediante l’applicazione di un modello di regressione lineare, calibrato sulla base dell’andamento demografico osservato nei mesi del 2024 per i quali sono disponibili dati forniti dall’Istat.

 

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