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Luca Calzola
Istat

Il censimento della popolazione per l’analisi del territorio

6 Ott 2022
Tempo di lettura: 3 minuti

A ottobre prende il via la nuova edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che coinvolge, come ogni anno, un campione rappresentativo di famiglie.

Il Censimento permette di conoscere il dettaglio territoriale (comunale e sub comunale) delle principali caratteristiche strutturali e socio-economiche della popolazione che dimora abitualmente in Italia e costituisce uno dei principali strumenti di conoscenza per orientare la programmazione socio-economica dei territori.

I dati censuari certificano una sempre più profonda divisione tra le aree più urbanizzate, capaci di fornire servizi e reti di collegamento, e quelle dei “centri minori”, spesso di piccole dimensioni che, in molti casi, costituiscono aree più marginali e periferiche.

La suddivisione tra aree urbanizzate e periferiche può essere colta utilizzando la Mappa delle Aree Interne 2014, di riferimento per la Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI) e inclusa nell’Accordo di Partenariato (AP) 2014-2020, realizzata in un percorso metodologico che ha visto coinvolti anche l’Istat, la Banca d’Italia e le Regioni[1].

La Mappa è uno strumento che identifica i comuni con un’offerta congiunta di tre tipologie di servizio – salute, istruzione e mobilità – denominati Poli/Poli intercomunali. Rappresenta anche tutti gli altri comuni in base alla loro distanza da questi Poli (in termini di tempi medi effettivi di percorrenza stradale), classificandoli in quattro fasce a crescente distanza relativa – Cintura, Intermedi, Periferici, Ultraperiferici – e, quindi, con un potenziale maggior disagio nella fruizione di servizi.

I comuni umbri che svolgono autonomamente la funzione di poli dell’offerta di servizi essenziali sono Perugia, Foligno, Spoleto e Terni. Ad essi si aggiungono Umbertide e Passignano sul Trasimeno, insieme a Gubbio, Gualdo Tadino e Fossato di Vico che in entrambi i casi presentano congiuntamente l’offerta dei tre servizi essenziali considerati (Polo intercomunale).

Nel 2020 i residenti nei comuni Polo o Polo intercomunale sono il 50,3% della popolazione regionale, quelli dei 26 comuni classificati come Cintura il 24,9%. In complesso, quindi, tre umbri su quattro vivono in comuni classificati come Centri e possono, almeno in teoria, raggiungere i tre servizi essenziali in meno di 20 minuti.

Sono, invece, 57 i comuni ubicati a più di 20 minuti di percorrenza dai comuni Polo e vi risiedono 214 mila abitanti. Un quarto di essi sono classificati come periferici e in essi vivono circa 30 mila persone.

Le principali caratteristiche socio-demografiche di questi gruppi, mostrano che la percentuale della popolazione straniera è più elevata nei comuni Polo dove raggiunge il 12,3%, all’estremo opposto si collocano le Aree periferiche con 7,4 stranieri ogni 100 residenti. Rispetto a quella dei Centri, la popolazione delle Aree interne presenta un maggiore grado di invecchiamento. Infatti, il peso della popolazione ultra sessantaquattrenne su quella con meno di 15 anni (indice di vecchiaia) è pari a 215,4% nei Poli ed è ancora più contenuto nei comuni di Cintura (204,4%), mentre in quelli periferici raggiunge il 292%. L’indice di dipendenza – che misura l’incidenza della popolazione più giovane (fino a 15 anni) e più anziana (con 65 anni e oltre) su quella in età da lavoro (15-64 anni) – è pari a 61,3% nei Poli e sale a 65,2% nei Comuni periferici.

Anche la popolazione in età da lavoro è più vecchia nelle Aree interne: l’indice di struttura della popolazione attiva (rapporto tra la popolazione 40-64 anni su quella 15-39) passa da 144,4 nei comuni Polo a 153,9 in quelli periferici.

La popolazione che vive nei Centri possiede un livello di istruzione più elevato: la quota di persone con un titolo di studio terziario è pari a 19,7% nei comuni Polo e al 12% in quelli periferici.

La partecipazione al mercato del lavoro è più elevata nei Centri, così come l’incidenza di popolazione occupata. Per contro, si registra una minore mobilità per studio o lavoro nelle Aree interne.

Tabella – Indicatori socio-demografici per classificazione dei comuni secondo la strategia delle Aree interne.
Umbria – Censimento permanente della popolazione

 

Note
[1] La geografia delle aree interne nel 2020. Vasti territori tra potenzialità e debolezze, in: https://www.istat.it/it/archivio/273176

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PS: L’autore esprime posizioni personali che non coinvolgono l’Ente di appartenenza.

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