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Elisabetta Tondini
Agenzia Umbria Ricerche
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Mauro Casavecchia
Agenzia Umbria Ricerche

Il potenziamento degli asili nido per ridurre le distanze educative, sociali e territoriali

15 Dic 2021
Tempo di lettura: 3 minuti

Introduzione
Il potenziamento dell’offerta dei servizi socioeducativi per l’infanzia e, più in particolare, degli asili nido è uno dei principali strumenti della strategia intrapresa negli ultimi anni per contrastare la denatalità e incrementare l’occupazione femminile, anche favorendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, partendo dal presupposto che i compiti di cura dei figli gravano ancora principalmente sulle donne. Oltre a sostenere la genitorialità, i servizi per la prima infanzia svolgono un ruolo pedagogico fondamentale nei percorsi di crescita del bambino, per favorirne l’espressione delle potenzialità cognitive e relazionali e per contrastare la povertà e l’esclusione sociale.
Tuttavia, rispetto all’obiettivo stabilito nel 2002 per tutti gli Stati membri dal Consiglio europeo di Barcellona di fornire, entro il 2010, un’assistenza all’infanzia per almeno il 33% dei bambini di età inferiore ai 3 anni, l’Italia è ancora in ritardo. Sono meno di un quarto i bambini che trovano posto negli asili nido, con ampi divari di accesso per aree territoriali, dimensioni comunali, condizioni socioeconomiche delle famiglie. L’offerta dei servizi non è omogenea e si concentra nei grandi comuni e nelle aree più sviluppate economicamente, evidenziando una spaccatura non solo tra Centro-Nord e Sud del Paese ma anche tra centri urbani e aree periferiche e marginali.

Su questo fronte il Piano nazionale di ripresa e resilienza prova a fare un deciso passo in avanti prevedendo la costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli asili e delle scuole dell’infanzia, con la creazione di un numero significativo di nuovi posti, successivamente riconfermato dalla Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2021.
Il presente contributo, dopo una panoramica sull’offerta territoriale, sulle utenze e sulla spesa sostenuta per il funzionamento del servizio, offre una ricostruzione del sistema di finanziamento attualmente in essere evidenziando le forme di perequazione messe in atto, in attesa che giunga a compimento il processo di attuazione del federalismo fiscale. Nelle considerazioni conclusive si cercano di delineare alcuni elementi di criticità relativamente a strumenti e politiche di intervento volte a sostenere una maggiore e più omogenea diffusione del servizio sul territorio.

1. L’offerta dei nidi
L’offerta del servizio asili nido si può quantificare attraverso il numero di posti autorizzati, disponibili sia nelle strutture pubbliche che in quelle private convenzionate. Negli anni per cui tale informazione è disponibile, si evince una certa stazionarietà nella disponibilità di posti, salvo l’incremento nel 2019 dell’offerta a titolarità privata che finisce quasi per allinearsi a quella pubblica (Graf. 1).
Pertanto, la lieve crescita negli ultimi anni dell’indicatore di potenziale presa in carico (posti autorizzati su totale bambini residenti al di sotto dei 3 anni) più che a un aumento dell’offerta è dovuta alla diminuzione del bacino di riferimento, ovvero al progressivo calo dei bambini conseguente al calo della natalità nel Paese, un fenomeno regionalmente diffuso (Graf. 2).

Graf. 1. Offerta nidi in Italia, nei servizi a titolarità pubblica e privata, in termini di posti autorizzati

Fonte: elaborazioni AUR su dati ISTAT.

Graf. 2. Dinamica della popolazione residente al di sotto dei 3 anni in Italia e nelle ripartizioni dal 2013 al 2019. Numeri indice, 2013=100

Fonte: elaborazioni AUR su dati ISTAT.

 

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Nota
Il presente saggio è contenuto nel Rapporto “La Finanza Territoriale 2021”