Focus
Elisabetta Tondini
Occupati sempre più anziani. A rischio la copertura del fabbisogno lavorativo nei prossimi anni
L’occupazione in Umbria è cresciuta nel 2023 più che in Italia. Ma chi lavora, in Umbria più in che Italia, è sempre meno giovane. Dunque, più occupati ma più anziani.
La fotografia al 2023 mostra che 3 occupati umbri ogni 4 hanno un’età compresa tra 35 e 64 anni; poco più di una persona occupata ogni 5 ha meno di 35 anni (meno che in Italia) e oltre 4 su 10 hanno dai 50 anni in su (un po’ più che in Italia).
Come è cambiata dal 2018 al 2023 la struttura per età dell’occupazione umbra?
“In Umbria poco più di una persona occupata ogni 5 ha meno di 35 anni (meno che in Italia) e oltre 4 su 10 hanno dai 50 anni in su (un po’ più che in Italia)” |
Rispetto alla situazione di sei anni fa diventa più massiccio, non solo come quota ma anche in valore assoluto, il contributo delle persone con 50 anni e più (anche oltre il limite convenzionale dell’età da lavoro), a scapito di quello dei più giovani: si riduce soprattutto, anche in valore assoluto, la quota delle persone mature (35-49 anni), in Umbria come in Italia; un po’ più lieve la contrazione dei 25-34 enni, in questo caso in controtendenza rispetto a un rafforzamento su scala nazionale; si segnala invece un impercettibile recupero, ma più contenuto di quello nazionale, della fascia dei giovanissimi (under 25).
Il tasso di crescita dal 2018 al 2023 dello stock di occupati mostra il primato degli ultra-sessantaquattrenni (+36,8%), segue la fascia 50-64 anni (+15,6%) e infine la giovanissima (+9,2%).
In Italia più contenute rispetto all’Umbria sono state le variazioni delle due classi più anziane a vantaggio di quella più giovane, salita in occupati del 15,9%; in più, è aumentato anche il contributo dei 25-34 enni, in controtendenza rispetto alla flessione umbra.
“Le persone che lavorano per il mercato stanno invecchiando, più in Umbria che in Italia” |
Rispetto invece all’ultimo anno, flettono i giovanissimi umbri occupati (a fronte dell’aumento nazionale) mentre aumentano i 25-34 enni, relativamente più che in Italia. Prosegue invece il calo, soprattutto nella regione, dei lavoratori tra 35 e 49 anni, quelli tradizionalmente più numerosi e che, già dalla fine del secolo scorso, hanno imboccato il sentiero del declino. Al contrario, i 50-64 enni e, ancor di più, gli occupati con oltre 64 anni hanno registrato in un anno un incremento notevole, più intenso che su base nazionale, che di fatto ha determinato la crescita dello stock occupazionale complessivo (15-89 anni) degli umbri più marcata di quella degli italiani.
Il fatto che le persone che lavorano per il mercato stiano invecchiando, e più nel caso degli umbri che degli italiani, è naturale conseguenza delle tendenze demografiche che, come noto, nella regione sono più marcate.
L’esito congiunto delle due dinamiche, quella degli occupati e quella della popolazione di riferimento, opera sui livelli del tasso di occupazione (il quale può salire nel tempo anche in presenza di un calo occupazionale).
Al riguardo, si sottolinea la crescita dell’indicatore, seppure per motivi differenti, nelle seguenti fasce d’età:
· tasso di occupazione 25-34 anni – in Umbria aumenta soprattutto per la diminuzione della popolazione di riferimento; in Italia perché cresce l’occupazione e cala (rispetto al 2018) la popolazione; al Nord si accresce per un aumento degli occupati superiore a quello della popolazione di riferimento;
· tasso di occupazione 35-49 anni – aumenta in Umbria, in Italia, al Nord perché la flessione dell’occupazione è inferiore a quella della popolazione di riferimento;
· tasso di occupazione 50-64 – aumenta in Umbria, in Italia, al Nord perché l’occupazione si accresce più della popolazione. In questo caso, ovvero tra i più anziani, il valore dell’indicatore al 2023 dell’Umbria tende verso quello delle regioni settentrionali.