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Quinto Rapporto sulle Povertà in Umbria
Anno: 2012Il Rapporto viene realizzato in piena crisi economica, quella che cominciato ad aggredire anche vite apparentemente normali. L’estensione del processo d’impoverimento alla schiera dei “nuovi poveri” convive con l’intensificarsi del fenomeno da parte di coloro che già da tempo vivono in difficoltà. Il lavoro è tornato ad essere il fattore principale di condizionamento della vita di uomini, donne, anziani, bambini, ma l’aumento della disoccupazione dopo il 2008 non è stato l’unico fenomeno che ha colpito duramente il mondo del lavoro; molto ha contribuito anche il deterioramento dello stesso, facendo precipitare nella precarietà giovani e meno giovani, soprattutto nelle famiglie monoreddito.
Il Rapporto, che si apre con una finestra sul mondo per ricordare, attraverso diversi strumenti analitici e differenti angolazioni, le povertà che convivono entro le tante contraddizioni globali, prosegue entrando nel vivo della situazione umbra, all’interno del contesto nazionale. A seguire, l’analisi si focalizza su alcuni particolari soggetti sociali (donne, detenuti, precari), la cui condizione, cronicamente più a rischio di esclusione, si è esacerbata negli anni più recenti. Un’attenzione particolare è dedicata alle famiglie di giovani, per cercare di coglierne il grado di vulnerabilità e precarietà, espressa non solo attraverso il reddito disponibile, ma anche considerando lo stato di malessere non necessariamente ed esclusivamente riconducibile alla disponibilità economica.
La parte conclusiva del Rapporto è dedicata all’analisi delle politiche di contrasto alla povertà portata avanti dalle istituzioni preposte, con uno specifico approfondimento dedicato all’operato dei Comuni, ma anche dall’azione delle organizzazioni solidaristiche, degli enti ecclesiali, dei centri di ascolto Caritas, delle associazioni di volontariato.
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