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Giuseppe Coco
Agenzia Umbria Ricerche

Aeroporto umbro: un 2022 ad alta quota

28 Mar 2023
Tempo di lettura: 5 minuti

Lo sviluppo di una determinata area territoriale è fortemente condizionato dalla facilità di raggiungerla. Questo in letteratura economica è ampiamente assodato. Per cui avere un aeroporto attrattivo fa la differenza, ad esempio, in termini di ricadute sul turismo. E la fa a maggior ragione se lo scalo riesce a diventare un punto di riferimento per le compagnie low cost [1] che, dagli anni Settanta negli Stati Uniti e Novanta in Europa, hanno ampliato a dismisura la platea dei potenziali turisti.

Ciò premesso, di seguito dapprima analizzeremo i numeri dell’aeroporto nell’ultimo decennio. Dopodiché, faremo un confronto con gli altri scali. Infine, cercheremo di capire se c’è una correlazione tra le ottime performance registrate sia dallo scalo umbro che dagli arrivi turistici [2] nel quadrimestre luglio-ottobre 2022.

I passeggeri 2012-22
Nel periodo che va dalla fine del rinnovamento infrastrutturale dello scalo (e siamo nel 2012) al 2019, ultimo anno pre-pandemia, emerge chiaramente che l’aeroporto umbro ha incontrato delle difficoltà ad imporsi nel panorama sia nazionale, sia internazionale (graf. 1). In questo lasso di tempo ha fatto registrare performance modeste e ben lontane da quella soglia dei 500 mila viaggiatori per cui era stato progettato. Ha galleggiato non molto sopra i 200 mila passeggeri [3], fatto salvo il 2015, che è stato un anno più vitale degli altri.

“Nel 2022 si sono avuti ben 150 mila passeggeri in più rispetto al 2019”

Gli anni 2020 e 2021, onde evitare di essere risucchiati dalle fluttuazioni figlie dell’epidemia da covid, non vengono presi in considerazione nella presente analisi.

Per quanto riguarda il 2022, sul primo semestre hanno pesato negativamente sia alcune limitazioni sanitarie ancora in essere, sia l’onda lunga della paura generata dalla pandemia. Ciononostante, esaminando i dati dell’anno nel suo complesso si nota un netto cambio di marcia dello scalo rispetto al passato. Nello specifico, nel 2022 si sono avuti ben 150 mila passeggeri in più rispetto al 2019.  Nel secondo semestre in particolare – quando ormai la paura del virus ci aveva dato tregua e fatti sentire nuovamente liberi di programmare il nostro tempo libero – i passeggeri (circa 233 mila) sono stati più numerosi di quelli che si sono avuti nei singoli anni precedentemente considerati, fatto salvo il 2015 e il 2017 (cfr. graf. 1 e tab. 1). Inoltre, restringendo ulteriormente il campo di analisi al quadrimestre luglio-ottobre, che sancisce la recuperata attrattività turistica dell’Umbria, emerge un incremento dei passeggeri rispetto allo stesso quadrimestre 2019 del 123%, che in valori assoluti significa +109 mila passeggeri in soli 4 mesi.

Un confronto con altri scali
Il San Francesco, tra i 6 aeroporti che nel 2022 hanno avuto volumi di passeggeri compresi tra 300 e 800 mila, è quello che ha fatto registrare rispetto al 2019 le performance migliori: +68,4%; il secondo scalo per crescita è sotto di 50 punti percentuali e, fra l’altro, ben due dei sei considerati presentano valori negativi (tab. 2).

Ma non è tutto, perché la tabella 2 ci dà anche un’altra preziosa informazione. Ci dice che lo scalo umbro rispetto al suo più diretto competitor, e stiamo parlando evidentemente di Ancona, è riuscito ad invertire un trend negativo che andava avanti da anni. Nel 2022 lo scalo perugino ha ridotto il differenziale di passeggeri: Ancona nel 2019 era a +270 mila rispetto a Perugia; nel 2022 questa differenza si è ridotta di ben 172 mila passeggeri scendendo sotto quota 100 mila.

“Lo scalo umbro, rispetto ad Ancona, è riuscito ad invertire un trend negativo che andava avanti da anni”

In sintesi, a valle di certe performance, si può affermare che oggi il San Francesco sembra avere le giuste energie per poter dire la sua nello scenario aeroportuale sia nazionale che internazionale.

L’aeroporto e i benefici sul turismo
I numeri che abbiamo visto fino ad adesso ci invitano ad allargare l’orizzonte della nostra riflessione. D’altronde un aeroporto non è un luogo né autocentrato e né autoreferenziale, ma uno spazio che acquista senso quando: alimenta il sistema delle relazioni, crea connessioni e interconnessioni, è uno snodo di una rete attiva.

Ciò detto, in una ottica sistemica, proviamo a capire se esiste una correlazione tra le ottime performance fatte registrare sia dall’aeroporto che dal settore turistico umbro nel quadrimestre luglio-ottobre 2022 (tab. 3). Oppure, se, più semplicemente, certi dati sono solo una mera coincidenza figlia del caso, che li fa sembrare accomunabili.

Il quesito, com’è facile intuire, è di quelli a cui non è semplice dare una risposta, specialmente in assenza di ulteriori informazioni. Di sicuro, però, senza volersi sottrarre dal dire la propria, esaminando la tabella 3 risulta difficile negare l’esistenza di una qualche correlazione tra le due performance. Inoltre, se si entra nel dettaglio dell’offerta commerciale 2022 del San Francesco, in particolare di quella del periodo giugno-ottobre quando è stato massimo il numero dei voli attivi, l’ipotesi della correlazione ne esce rafforzata. E questo perché molte di quelle rotte avevano tutte le carte in regola per favorire il turismo in entrata.

“Gli investimenti fatti sullo scalo umbro hanno ricadute positive sull’intera economia dell’Umbria”

In conclusione, al di là di come la si pensi in merito all’esistenza (o meno) di una correlazione significativa tra i dati che abbiamo visto nella tabella 3, la cosa innegabile è che gli investimenti fatti sullo scalo umbro possono avere ricadute molto positive sia in termini di impatto turistico – come è già avvenuto una quindicina di anni fa, ad esempio, in Francia (in particolare nel sud-ovest), in alcune regioni della Spagna, in Sardegna, ecc. – e sia sull’intera economia dell’Umbria, il cui nemico peggiore è l’isolamento.

 

Note
[1] Voli low cost si caratterizzano per essere proposte commerciali no frills (senza fronzoli) ovvero ottenute grazie: a) al risparmio sulle spese di Handling (assistenza, imbarco dei passeggeri, carico/scarico bagagli, ecc.); b) la vendita dei biglietti online; c) all’assenza di servizi al passeggero per cui, ad esempio, non vengono distribuite bevande se non a pagamento; d) alla massimizzazione dell’uso della flotta e) al privilegiare aeroporti con tariffe più basse di altri.

[2] Arrivi turistici: numero di clienti ospitati negli esercizi ricettivi; Presenze turistiche: numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi; Permanenza media: rapporto tra il numero di presenze e il numero di registrati nel periodo preso in considerazione.

[3] Passeggeri: Numero totale dei passeggeri in arrivo/partenza, inclusi i transiti diretti (ossia i passeggeri che transitano in un aeroporto e ripartono utilizzando un aeromobile con lo stesso numero di volo dell’arrivo).