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Mario Acciarri
Ricercatore sociale

Gli adolescenti umbri e la fruizione dell’arte e dei musei: un’anteprima della ricerca AUR

3 Nov 2022
Tempo di lettura: 7 minuti

L’arte non è uno specchio per riflettere il mondo, ma un martello per forgiarlo
(Vladimir Vladimirovič Majakovskij)

I giovani, al di là di quello che si dice, amano la cultura e sono validi e freschi incubatori di creatività e di innovazione. In questo caso ci discostiamo dal dire ordinario e quando il sipario della ricerca AUR si aprirà completamente, con la pubblicazione del lavoro che abbiamo coordinato in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia (oggi Fondazione Perugia), avremo modo di dimostrarlo e di riflettere insieme su eventuali azioni da poter intraprendere subito e su altri possibili approfondimenti da sviluppare prima di agire[1].

Sono stati ascoltati gli adolescenti e molti attori che ruotano direttamente e indirettamente intorno al patrimonio culturale. Ci siamo concentrati in particolare sulle realtà museali e sul contesto materiale e immateriale in cui operano. Nel contesto museale odierno il visitatore non è più solo consumatore di prodotti culturali, ma soggetto sempre più attivo anche nella produzione e nella veicolazione dei contenuti. Risulta superata l’idea di museo come luogo di contemplazione passiva, ed è subentrata una concezione estremamente dinamica dell’esperire il patrimonio culturale. Sempre più il Museo è visto come spazio di apprendimento e di interazione, in cui i visitatori sono chiamati a partecipare attivamente alla costruzione della propria esperienza, passando così da semplici consumatori a veri e propri attori di quello che si vuole vedere e fare. Alla base di questa metamorfosi dell’esperienza museale v’è la consapevolezza che è necessario considerare i visitatori come partecipanti attivi, con la capacità di crearsi una personale interpretazione delle opere d’arte, piuttosto che essere visti come ricevitori passivi di informazioni. Il museo come luogo di esperienze.

In numerosi studi si è evidenziato che le nuove tecnologie possono ricoprire un ruolo importante nella gestione e nella valorizzazione del patrimonio culturale in una prospettiva esperienziale.  La proliferazione delle nuove tecnologie ha sicuramente incentivato i musei a ridisegnare la propria offerta e a trasformarsi in luoghi interdisciplinari, aperti alla sperimentazione e all’apprendimento. I musei, infatti, oggi possono contare su una varietà di soluzioni che permettono loro di differenziarsi e focalizzarsi su segmenti diversi di pubblico. È del tutto chiaro che l’intero panorama museale sta attraversando una fase di cambiamento: un cambiamento di direzione che riguarda uno spostamento graduale da musei statici a quelli di oggi, più innovativi e interattivi.

Oggi, una delle maggiori sfide per un luogo d’interesse culturale è attirare i giovani, un grande e importante pubblico, con caratteristiche e interessi propri (come giusto che sia) che necessita di un ascolto attivo, di interventi mirati e al tempo stesso coinvolgenti, flessibili e rigorosi in termini soprattutto di pianificazione. Una pianificazione che deve porre al centro i ragazzi: si deve progettare con loro, per arrivare a loro. Operando in modo diverso, il rischio che si corre è fallire.

La voce dei giovani studenti

Non si smette mai di imparare l’arte antica e moderna.
Sono l’essere umano ed i suoi pensieri.
L’arte è una delle cose più belle della vita.
(testimonianze di alcuni studenti intervistati)

Quanti sono i giovani che hanno visitato un museo o una mostra d’arte? L’87% dei giovani intervistati[2] ha avuto occasione di farlo: per lo più si è trattato di una visita programmata dalla scuola, poi insieme alla famiglia, quindi per iniziativa personale. Chi è andato di propria iniziativa è stato mosso principalmente dalla curiosità e dall’interesse personale; il coinvolgimento da parte degli amici risulta residuale. Le motivazioni principali del perché alcuni ragazzi non sono mai entrati in un museo o non hanno mai visto una mostra d’arte ruotano intorno alla mancanza di opportunità (“non ho mai avuto occasione”), al non aver potuto (“ho avuto occasione, ma non ho potuto”) e, anche se in misura nettamente più contenuta, ad un dichiarato disinteresse.

La maggior parte di chi ha avuto modo di vivere l’esperienza culturale l’ha trovata piacevole. I ragazzi concordano nel riconoscere alla scuola un ruolo fondamentale per avvicinare i giovani al patrimonio culturale e che l’andare al museo e/o a visitare mostre d’arte può risultare un fare interessante ed emozionante. Sempre secondo il nostro campione, la provenienza familiare (livello di istruzione e possibilità economiche) può incidere sulle abitudini di fruizione di mostre/musei; non sempre gli amici che si frequentano sono interessati a vivere un’esperienza museale ed il costo dei biglietti e la lontananza/vicinanza di musei e mostre d’arte può influire sulla fruizione culturale. Anche se ritengono che non sia vero che i musei non sono fatti per i giovani, ammettono che il patrimonio culturale locale non si conosce appieno, e a volte si preferiscono eventi caratterizzati da una partecipazione più attiva.

I ragazzi intervistati cosa vorrebbero trovare o provare visitando un museo e/o una mostra? La possibilità di personalizzare il percorso, a seguire il coinvolgimento determinato da parte di chi propone l’offerta culturale che si sta vivendo, l’avere la possibilità di svolgere laboratori e attività interattive, a cui si potrebbe aggiungere lo storytelling e spazi dove poter socializzare risultano le aspirazioni più gettonate.

I nostri giovani non leggono la carta stampata, guardano spesso le serie TV e si cibano di cultura in modo diverso. La cultura si evolve, è dinamica e – cosa importante, (ascoltiamo bene quello che ci dicono) – “la cultura dei giovani è differente da quella degli adulti”.

L’impiego delle nuove tecnologie, quali visori, guanti e controller sensoriali, computer palmari, webcam, proiettori e smartphone con appositi software per ologrammi 3D ecc., negli ambiti dell’offerta culturale (altro aspetto preso in esame) è visto favorevolmente per incrementare le occasioni di fruizione del patrimonio culturale, per rendere più agevole l’esperienza dei contenuti culturali per le persone diversamente abili e per attirare dei nuovi consumatori culturali, attenti all’uso della tecnologia. Se poi si parla dell’impiego del gaming e della gamification abbinate alla cultura i giovani non hanno dubbi, sono molto d’accordo!

La voce dei docenti

Gli studenti amano la loro città e la vivono, sono interessati alla promozione e salvaguardia del patrimonio.
Sono moderatamente interessati al patrimonio culturale, ma possono esserlo maggiormente
se questo viene proposto in modo emozionale e con suggestioni rievocative o con stimoli creativi.
(testimonianze di alcuni professori intervistati)

La Scuola, che s’inserisce a pieno titolo nel rapporto patrimonio culturale e giovani, negli ultimi anni ha fatto passi avanti, anche per ciò che riguarda l’approccio di come far vivere esperienze d’arte ai ragazzi. Tuttavia ancora fatica a liberarsi dal proprio agire tradizionale, risultando ancora oggi un sistema – per motivi esogeni ed endogeni – alquanto ingessato nel trasmettere/accompagnare i saperi.

Al tempo stesso, alcuni Musei ancora si contemplano restando chiusi in sé stessi, spolverando le bellissime opere di cui dispone, ma non trovando la giusta forza per aprirsi. Troppo spesso le due importanti realtà esperite (Scuola e Museo) vengono vissute in modo scollegato e non innescano un processo virtuoso di arricchimento reciproco. Ed ecco la necessità di un approccio bidirezionale dell’offerta culturale, con l’obiettivo di incentivare luoghi d’arte dove andare e dove desiderare di tornare.

Secondo le testimonianze dei professori, la visita museale e/o a una mostra d’arte contribuisce ad ampliare la conoscenza e le capacità critiche dei ragazzi, stimola l’empatia e l’intelligenza emotiva, appaga curiosità intellettuali e favorisce momenti di riflessione e discussione in classe. L’esperienza rappresenta un momento di crescita che può lasciare comunque una traccia positiva nel percorso formativo degli studenti. Gli ingredienti vincenti, per far ciò che quanto detto si realizzi, sono la possibilità di poter esperire suggestioni evocative ed emozionanti, di svolgere attività creative, di creare collegamenti con gli argomenti trattati in classe, con l’obbiettivo di stimolare interesse, curiosità e una buona dose di divertimento. I professori riconoscono che attraverso il patrimonio culturale si possa contribuire a sollecitare un apprendimento basato sull’aspetto cognitivo, emotivo e relazionale. I musei e/o le mostre d’arte hanno la potenzialità di essere spazi esterni alla scuola da considerare e sperimentare come luoghi altri di apprendimento che possono far esperire al ragazzo il suo passato, il suo presente e pensare al suo possibile futuro.

Occorre co-progettare i percorsi culturali, rafforzando la sinergia con il territorio attraverso un’azione partecipata con la comunità.  Si sottolinea il fatto che l’Arte sia ancora considerata una materia residuale in molte scuole, soprattutto in quelle che non hanno una vocazione artistica, e risulta un insegnamento distaccato dalle altre discipline, con tempi e spazi limitati: un intelligente e costruttivo mea culpa.

Tra i professori intervistati, c’è chi crede fortemente nella efficacia didattica delle nuove tecnologie e della gamification (mezzi avvincenti, motivanti e coinvolgenti) ma altri sostengono che siano attività distraenti e in alcuni casi “al ribasso”, e che il loro impiego potrebbe contribuire a potenziare la già accentuata “dipendenza dal cellulare e dai social network”.

Impressioni e suggerimenti dei testimoni privilegiati, raccolta di buone prassi

L’interesse per la cultura non può essere calato dall’alto.
Se non si coinvolgono direttamente i giovani nel vivere
e promuovere il patrimonio culturale si rischia di fallire.
I giovani hanno un loro linguaggio e propri modi di considerare e vivere l’arte.
(Marta Onali)

Tra i numerosi testimoni privilegiati (responsabili di musei e di mostre d’arte, consulenti digitali ed esperti in attività collegate alle varie forme d’arte anche in campo europeo, progettisti, storici dell’arte, dirigenti scolastici, ecc.) spiccano le esperienze di Dolom.it e M9 e il loro lavoro di partecipazione attiva del territorio per testimoniare e disseminare cultura e di creazione di ambienti immersivi che attraverso l’arte riescono a potenziare ed incoraggiare la curiosità, la partecipazione e la creatività.

Per il patrimonio culturale si deve investire sui nuovi linguaggi e le nuove modalità narrative. Al centro vi sono i giovani. Il patrimonio culturale deve essere considerato un campo in cui la creatività cresce, si potenzia e riesce ad esprimersi. Lavorando sul patrimonio culturale si portano avanti valori importanti e si riesce a pensare e costruire un futuro in un’ottica sostenibile. Per anni si è cresciuti con lo stereotipo che la cultura non paga. Non è così. La cultura paga e può ripagare molto, può ripagare soprattutto perché i giovani, lavorando con il patrimonio culturale, possono realizzarsi, possono creare ed inventare nuove professioni, pensare a nuovi profili e dinamiche che rispondano ai bisogni e alle necessità del futuro. Un futuro che ha tre direttrici: trasformazione digitale, transizione ecologica e un mondo più democratico ed inclusivo, che valorizzi la diversità.
(Altheo Valentini)

Pensando ai giovani: possibili “pillole artistiche d’intervento”

Con l’arte alcuni assiomi del puro marketing entrano in subbuglio. In alcuni casi si va fuori dal classico selciato. Si può risultare, a volte, scomodi. D’altronde l’arte “forgia il mondo” ed abbiamo un valido “martello” in mano.

La domanda è: che fare per potenziare il connubio giovani e patrimonio culturale?

Le risposte non sono poche. Le proposte sono anzi numerose, al tempo stesso semplici, sostenibili e per questo realizzabili. Abbiamo provato a elencarle nella ricerca, che verrà pubblicata per intero prossimamente.

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Adolescenti in Umbria: la fruizione dell’arte e dei musei

Note
[1] In questo focus forniamo una composita anteprima dell’indagine pilota “Gli adolescenti e la fruizione dell’arte e dei musei” di prossima pubblicazione da parte dell’Agenzia Umbria Ricerche, con l’egida della Fondazione Perugia.

[2] Il 7-8 aprile 2022 a Foligno, in occasione di Expo C.R.E.A. Cultura, il festival delle buone pratiche di Work-Based Learning in ambito artistico-culturale, l’Agenzia Umbria Ricerche ha realizzato un duplice questionario, uno per ascoltare il punto di vista dei ragazzi sul loro rapporto con l’offerta culturale di musei e delle mostre d’arte e l’altro rivolto agli insegnanti.

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