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Giuseppe Coco
Agenzia Umbria Ricerche
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Turisti in Umbria: quei 9 mesi del 2023 da record

30 Ott 2023
Tempo di lettura: 4 minuti

Sul versante turistico la crescita dell’Umbria prosegue imperterrita la marcia iniziata nel 2022 (Turismo 2022: l’Umbria ingrana la marcia). Detto questo, nel presente focus metteremo sotto la lente d’ingrandimento gli andamenti delle presenze e degli arrivi turistici relativamente ai primi nove mesi del 2023, sia a livello regionale che comprensoriale.

“L’Umbria nei primi nove mesi del 2023 si conferma turisticamente molto attrattiva: +10,6% di presenze rispetto allo stesso periodo del 2019”

Nella nota finale viene proposta una previsione aggiornata delle potenziali presenze turistiche per il 2023.

Presenze: un confronto tra i primi 9 mesi del 2023 con quelli del 2019-17

Le presenze turistiche dei primi 9 mesi del 2023 superano nettamente quelle dei corrispondenti mesi del triennio pre-covid. In valori assoluti, si va dai +531.634 rispetto al 2019 ai +1 milione e 120 mila rispetto al 2017; in termini di variazioni percentuali si oscilla dal +10,6% rispetto al 2019 al +25,3% rispetto al 2017.

Arrivi: un confronto tra i primi 9 mesi del 2023 con quelli del 2019-17

Gli arrivi turistici dei primi 9 mesi del 2023 hanno superato nettamente quelli dei corrispondenti mesi del triennio pre-covid. In valori assoluti si va dai +124 mila rispetto al 2019 ai +444 mila rispetto al 2017. E non solo, analizzando i singoli mesi salta agli occhi che gennaio 2023 sfonda il muro dei 100 mila arrivi, facendo registrare il dato migliore di sempre.

In termini di variazioni percentuali si oscilla dal +6,3% rispetto al 2019 al +27,1% rispetto al 2017.

“Gli arrivi turistici dei primi 9 mesi del 2023 hanno superato nettamente quelli dei corrispondenti mesi del triennio pre-covid: si va dai +124 mila rispetto al 2019 ai +444 mila del 2017”


Comprensori: un confronto tra i primi 9 mesi del 2023 con quelli del 2019

Le presenze turistiche nei comprensori umbri nei primi 9 mesi del 2023

A livello di singoli comprensori, confrontando le presenze turistiche dei primi 9 mesi del 2023 con quelle del 2019, i top tre per crescita in termini assoluti sono l’Assisano, il Perugino e il Ternano. I top cinque per crescita in termini percentuali sono nell’ordine l’Amerino, il Ternano, la Valnerina, l’Assisano, e lo Spoletino. Le aree che decrescono (di poco) rispetto al 2019 sono soltanto due (tab. 5).

Gli arrivi turistici nei comprensori umbri nei primi 9 mesi del 2023

Spostandoci sul versante degli arrivi turistici i top cinque comprensori per crescita in termini assoluti sono l’Assisano, il Trasimeno, il Perugino, la Valnerina e il Ternano. I top cinque per crescita in termini percentuali sono nell’ordine l’Amerino, la Valnerina, il Trasimeno, il Ternano e l’Alta Valle del Tevere. Le aree che decrescono rispetto al 2019 sono tre (tab. 6).

In conclusione, va sottolineato che l’Orvietano è l’unico comprensorio che fa registrare, rispetto all’anno benchmark 2019, il segno meno sia sul fronte delle presenze che degli arrivi turistici.


Presenze turistiche: una proiezione per il 2023

Gli andamenti dei flussi turistici ci mostrano che il settore è in salute e ha ampi margini di crescita.
Analiticamente parlando, proiettando la crescita del numero di presenze turistiche rilevata nei primi nove mesi sull’intero anno, emerge che il 2023 si candida ad essere l’anno migliore di sempre. Ha tutti i numeri a posto sia per superare il 2022 (quando erano già stati recuperati i livelli pre-pandemia), sia per avvicinarsi per la prima volta nella storia della regione alla soglia dei 7 milioni (tab. 7).

 

 

Note

[1] Arrivi turistici: numero di clienti ospitati negli esercizi ricettivi; Presenze turistiche: numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi; Permanenza media: rapporto tra il numero di presenze e il numero di registrati nel periodo preso in considerazione.

[2] Segni convenzionali:
– il fenomeno non esiste;

[3] Nella presente analisi, onde evitare di essere risucchiati dalle fluttuazioni figlie dell’epidemia da covid, non sono stati presi in considerazione gli anni 2020, 2021 e la prima parte del 2022, quando la paura del virus, in aggiunta alle limitazioni di ordine sanitario, limitava i nostri spostamenti.