Ricerca

I mutamenti tecnologici, sociali, economici inducono a ripensare geografie amministrative spesso risalenti a contesti storici del tutto diversi. Gli importanti ridimensionamenti delle risorse finanziarie e del personale disponibili presso le amministrazioni pubbliche danno ulteriore impulso alla necessità di razionalizzare e modernizzare gli assetti territoriali. La ricerca di nuovi ambiti riflette esigenze di realizzazione di economie di scala, ma anche mutati “bacini di vita” delle persone, necessità di maggiore adeguatezza nella gestione delle funzioni e nella organizzazione di servizi.

I piccoli comuni si confrontano con una tendenza allo spopolamento e all’accentuato invecchiamento della popolazione che comporta crescenti difficoltà per le amministrazioni locali nell’erogazione dei servizi essenziali – soprattutto nelle funzioni più legate al welfare e alla manutenzione del territorio – ponendo seri problemi di sostenibilità economica. Il sottodimensionamento istituzionale, infatti, impedisce ai piccoli comuni non solo di sfruttare le economie di scala, ma spesso anche di garantire quelle funzioni che richiedono necessariamente una soglia dimensionale minima.

In termini economici, la frammentazione impone perciò alla collettività costi di duplice natura: espliciti, riscontrabili nei bilanci comunali e in particolare nella spesa per funzioni generali di amministrazione, e impliciti, assimilabili a esternalità negative che assumono la forma di elevati costi di transazione. Attraverso i dati tratti da Opencivitas, il portale curato da Sose-Ministero dell’economia e delle finanze, è stata realizzata una analisi dei livelli di spesa storica e dei relativi fabbisogni standard dei comuni umbri, associata a una valutazione quali-quantitativa dei servizi offerti. Il contributo è stato pubblicato all’interno del “Rapporto sul riordino territoriale della Regione Umbria”.