Focus

  1. Home
  2. /
  3. Focus
  4. /
  5. Il turismo prende il...
Giuseppe Coco
Agenzia Umbria Ricerche

Il turismo prende il volo su internet

21 Apr 2022
Tempo di lettura: 5 minuti

Al netto di quello che è avvenuto negli ultimi due anni con la pandemia, con il terzo millennio si è ampliato a dismisura il concetto di prodotto turistico. Si sono spalancate le porte a nuove fasce di consumatori, molto numerosi, per i quali la gestione del tempo libero è divenuta una questione centrale tra le priorità di vita. C’è stata una rivoluzione senza eguali rispetto al passato. Una rivoluzione resa possibile dalla diffusione esponenziale nel giro di pochi anni sia degli smartphone, che ci hanno messo nel palmo della mano la potenza di internet, sia dei voli low cost, che hanno trasformato il viaggio aereo in un’opportunità per tutti grazie alla riduzione dei prezzi dei biglietti ottenuta semplificando all’osso il servizio divenuto, come si dice in gergo, no frills (senza fronzoli).

Nella sostanza, se gli smartphone hanno connesso luoghi e persone sotto un profilo virtuale, i voli low cost hanno connesso luoghi e persone sotto un profilo materiale. E il combinato disposto di questi due elementi ha dato vita al turismo alla portata di tutti, dove la dimensione materiale e quella immateriale si confondono in un continuum.

Presenze turistiche

In un mondo dove esplodeva il turismo con numeri da capogiro – che a volte hanno creato anche problemi alla capacità ricettiva di non poche mete turistiche – in Umbria cosa succedeva?

Osservando la tabella 1, dove vengono riportate le presenze turistiche [1] del periodo che va dal 2019 al 2009, si potrebbe dire, ben poco. I dati sembrano prigionieri di loro stessi. Oscillano tra i 5,4 e i 6,1 mln.

Quindi nessun effetto sorpresa, per il quale bisogna aspettare l’estate 2021 che (nonostante l’era covid) ha fatto registrare performance da incorniciare (Turismo 2021: l’Umbria tra primati e centralità dell’immagine) e rimesso in grande spolvero le potenzialità attrattive della regione (patrimonio culturale, ambientale, enogastronomico, vitivinicolo). Potenzialità che sono materiale prezioso su cui lavorare per favorire un upgrading significativo (e stabile) del settore turistico che, per chi scrive, avrebbe ancora ampi margini di crescita (Turismo: l’upgrading delle aspettative).

Evidenze

A questo punto della riflessione proviamo ad osservare la figura 1 – elaborata dall’Istat ai fini della classificazione dei Comuni in base alla densità turistica (Legge 17 luglio 2020, n. 77, art. 182) – con lo stesso spirito di chi si trova davanti ad un quadro in cerca di evidenze.

Figura 1 – Comuni per categorie turistiche – Anno 2019 (valori assoluti)

Una delle cose che salta agli occhi è il fatto che in Italia una considerevole fetta di Comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica si trovano in Umbria. Questa evidenza, però, non sorprende affatto, in quanto le peculiarità della regione sono note a tutti. Ma, se mettiamo a sistema le informazioni che emergono dalla figura 1 con la classifica dei primi 20 comuni italiani per numero di presenze (tabella 2) cosa emerge? C’è qualcosa che ci può quanto meno far riflettere?

Premesso che chi scrive è consapevole della forza attrattiva che esercitano sui turisti il mare e/o talune città d’arte ma non altre, sicuramente non può passare inosservato il fatto che un’intera regione come l’Umbria (e cioè Assisi + Perugia + il Lago Trasimeno + Spoleto + Spello + Montefalco + Narni + ecc.), con tutto il patrimonio culturale di cui è dotata, in termini di presenze turistiche faccia registrare un delta negativo rispetto a diverse singole città.

Il punto di caduta di quanto appena sottolineato è che la regione nel suo insieme, tenuto conto che il fattore culturale incide in modo prepotente sulla scelta delle località di vacanza, fa meno presenze di quelle che potrebbe potenzialmente fare.

Giusto per la cronaca, il primo comune umbro in classifica lo si trova in cinquantesima posizione. Si tratta di Assisi.

Potenzialità da sfruttare

Se il turismo dei numeri importanti è stato favorito dal combinato disposto “esplosivo” dei voli low cost più internet presente nelle nostre mani grazie agli smartphone, si tratta forse di capire come esaltare questo binomio anche in Umbria.

In merito alle connessioni aeree – che hanno l’indubbio potere di far crescere in modo considerevole gli arrivi dei turisti – va sottolineato che l’attuale Giunta regionale ci sta investendo sia materialmente che emotivamente e sicuramente i risultati non tarderanno ad arrivare. Quindi su questo fronte bisogna solo pazientare visto il lavoro impostato.

Per quanto riguarda internet, facciamo una premessa. Nella realtà delle cose ha rivoluzionato il settore turistico cambiando profondamente i comportamenti dei viaggiatori sia nella fase di ispirazione di un viaggio e sia in merito alla realizzazione dello stesso. Qualche esempio: oggi oltre il 90% delle persone utilizza i motori di ricerca tipo Google come fonte per informarsi e pianificare una vacanza; oltre il 60% dei turisti, una volta giunti a destinazione, valuta attraverso il proprio smartphone le attività e i servizi e non manca di creare direttamente nuovi contenuti da condividere sui social network. Inoltre, questi numeri sono destinati a polarizzarsi verso il 100% visto che nel giro di pochi anni oltre la metà dei viaggiatori sarà costituita dai nativi digitali che a cascata, per forza di cose, diverranno i driver della domanda turistica per il medio e lungo periodo.

In questo scenario, come può la piccola Umbria bucare su internet?

Il fulcro intorno a cui ruota la questione è che il web segue un suo metodo riassumibile nella frase di Stewart Brand: “Puoi provare a cambiare la testa della gente, ma stai perdendo tempo. Cambia gli strumenti che hanno in mano, e cambierai il mondo”.

La sfida, dunque, è capire e interiorizzare il metodo del web e adeguare i propri strumenti al mezzo. Ma non basta, in quanto c’è bisogno di soddisfare anche alcune precondizioni. Si pensi, ad esempio, all’importanza di: digitalizzare il sistema turistico regionale; migliorare l’accessibilità e l’intermodalità; accrescere la cultura dell’ospitalità; fare rete; potenziare le attività formative sia nel ciclo secondario che manageriale; coordinare le varie social media strategy territoriali; potenziare le infrastrutture digitali finalizzate alla commercializzazione dell’offerta; ecc.

Il turismo è una vera e propria industria con grandi potenzialità di crescita che passano dal sapersi rinnovare in modo tale da stare al passo con i tempi (leggi internet). La sfida è di quelle cruciali, come si intuisce anche dalla mole degli investimenti previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

 

Note
[1] Arrivi turistici: numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi nel periodo considerato.

Presenze turistiche: numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi.
Permanenza media: rapporto tra il numero di presenze e il numero di registrati nel periodo preso in considerazione.

Categoria: , ,